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24 novembre ore 21

25 novembre ore 10

25 novembre ore 21

1 novembre

8 novembre

15 novembre

22 novembre

20 maggio

4 marzo

4 febbraio

18 dicembre ore 11

dal 1 al 5 dicembre

9 novembre ore 19

2 novembre ore 20

PASOLINI E LE CENERI DI GRAMSCI. LA POESIA INCARNATA NELLA DOPO STORIA

Questi 11 poemetti furono scritti da Pasolini durante la sua permanenza nelle borgate romane, dove lui visse in compagnia della madre in condizione economiche difficili, mentre scriveva i suoi primi romanzi ambientati nelle borgate di Roma. Questo libro di poesie risultò, fin da allora, nuovo e per certi versi sorprendente nel panorama poetico degli anni ’50. Sorprendente perché Pasolini usò di nuovo l’endecasillabo e la terzina che lui aveva ripreso dalla poesia del Pascoli e ciò in funzione anti ermetica e anti realistica di attualità in quegli anni. Ma il libro era nuovo anche per i contenuti, che si allontanavano completamente sia dall’ermetismo sia dal neorealismo, e sintetizzavano la sua condizione personale vissuta nelle borgate di Roma, ma rifondata e rinnovata tra cinico realismo e struggente lirismo.

con Rino Caputo, Presidente Comitato Scientifico Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini

e con Maria Beatrice Giovani, Andrea Lami, Matteo Lenoci, Francesco Venerando

ore 21:30 SONATA PER LAURA E PIERPAOLO

Reading con  Elena Fanucci e Marco Rinaldi

Testo di Elena Fanucci – Musiche di Johann Sebastian Bach – Video di Giorgio Morelli
Sonata per Laura e Pier Paolo nasce dall’esigenza di guardare ad uno degli intellettuali più discussi e poliedrici del nostro tempo da una prospettiva diversa, da quella dell’uomo pubblico esposto ai media. L’idea è quella di osservare Pier Paolo Pasolini attraverso gli occhi di un’artista che più di altri lo ha amato e capito e gli è stata vicina fino alla tragica morte: Laura Betti. Ne nasce un dialogo immaginario, fortemente onirico, in cui l’artista Pasolini dismette i panni del provocatore culturale, per mostrare il suo lato più intimo e umano. L’amore di Laura per Pier Paolo, disperatamente senza prospettive, la trasforma, dopo la morte tragica di lui, in una sacerdotessa pagana che rivendica per sé il ruolo di unica custode della sua memoria. Il testo procede come una Sonata in quattro movimenti, accompagnata dalla musica di Bach, a creare una sorta di concerto per pianoforte, violoncello e voci.

A cura di Giancarlo Sammartano – Coordinamento di Sergio Basile

Un complesso di iniziative di spettacolo e di riflessione critica sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini. Oltre l’occasione celebrativa del centenario della nascita, si vuole contribuire a far conoscere alle nuove generazioni non solo l’opera poetica, teatrale e cinematografica di Pasolini, ma anche le sue prose civili, che hanno anticipato di decenni lo sguardo sul mondo globalizzato dei consumi, sulla scomparsa delle identità minori, sull’omologazione culturale dei popoli occidentali. Per l’apertura ufficiale della prima stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni, dopo i numerosi anni di chiusura, si propone a ottobre l’allestimento di uno spettacolo sull’opera pasoliniana preceduto da una serie di conversazioni di scena che introducono alla poetica e al pensiero di questo artista ed intellettuale che ha così largamente informato la nostra cultura e la nostra sensibilità. Le conversazioni sono articolate non come lezioni o conferenze, ma come piccoli eventi di drammatizzazione spettacolare.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022. Riaccendiamo la città,Insieme”

4 ottobre ore 18

PASOLINI E I FILM NON FATTI. ORESTIADE AFRICANA, SAN PAOLO, PORNO-TEO-KOLOSSAL

“Perché realizzare un’opera d’arte, se è così bello sognarla, sognarlo?” La frase che Pier Paolo Pasolini, nei panni di un allievo di Giotto, pronuncia nel Decameron, poteva essere pensata forse solo da uno che faceva il cinema. Per varie ragioni, ma proprio per la sua natura e per il suo posto nel sistema delle arti e dei media, nel cinema il continente del mai finito, del progettato, del sognato, è più esteso che altrove.

A cura di Giancarlo Sammartano – Coordinamento di Sergio Basile

Interverranno:

Francesco Crispino, docente di Cinema Università Roma Tre, film-maker, critico cinematografico

Francesco Sirleto, docente incaricato celebrazioni del centenario pasoliniano V Municipio di Roma

e con  Vito Cafiso, Francesco Perinelli, Beatrice Rincicotti

Un complesso di iniziative di spettacolo e di riflessione critica sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini. Oltre l’occasione celebrativa del centenario della nascita, si vuole contribuire a far conoscere alle nuove generazioni non solo l’opera poetica, teatrale e cinematografica di Pasolini, ma anche le sue prose civili, che hanno anticipato di decenni lo sguardo sul mondo globalizzato dei consumi, sulla scomparsa delle identità minori, sull’omologazione culturale dei popoli occidentali. Per l’apertura ufficiale della prima stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni, dopo i numerosi anni di chiusura, si propone a ottobre l’allestimento di uno spettacolo sull’opera pasoliniana preceduto da una serie di conversazioni di scena che introducono alla poetica e al pensiero di questo artista ed intellettuale che ha così largamente informato la nostra cultura e la nostra sensibilità. Le conversazioni sono articolate non come lezioni o conferenze, ma come piccoli eventi di drammatizzazione spettacolare.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022. Riaccendiamo la città, Insieme”

29 settembre dalle ore 10

RO.MENS

IL FESTIVAL
A fronte del disagio mentale, amplificato con la pandemia, permangono lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle persone con disturbi psichici, con una crescente difficoltà a chiedere aiuto e ad accedere ai servizi.
RO.MENS vuole essere un Festival di promozione e di prevenzione diffusa della salute mentale, per abbattere i muri del pregiudizio e per favorire atteggiamenti di accettazione.
Vuole permettere ai cittadini, ed in particolare ai giovani, di facilitare i processi di inclusione e di combattere il pregiudizio e lo stigma nei confronti delle persone con grave disagio mentale, anche consentendo di conoscere i servizi pubblici del Dipartimento di Salute Mentale, con la collaborazione dei mass media, mettendo tutti insieme rappresentanti delle istituzioni, operatori, utenti, familiari, artisti, sportivi e protagonisti della cultura. Il titolo RO.MENS nasce dall’unione di Roma, abbreviato con RO, e di MENS, parola latina con diversi significati tra i quali mente, spirito, coraggio e progetto.

TEMPI E LUOGHI
RO.MENS si svilupperà nell’arco della settimana da lunedì 26 settembre a domenica 2 ottobre 2022 in modo diffuso nel territorio dell’ASL Roma 2. La più grande ASL d’Italia con un bacino di utenza di circa 1mln300mila abitanti, nella quale insistono la maggior parte delle zone romane con un elevato disagio sociale.

ATTORI
RO.MENS è organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell’ASL Roma 2 in collaborazione con la Cooperativa Sociale Integrata Onlus MANSER I.S.L.C. con la partecipazione degli utenti, dei servizi del DSM e della Consulta Dipartimentale, con il coinvolgimento dei Municipi IV, V, VI, VII, VIII e IX, di Roma Capitale e della Regione Lazio.

PATROCINI
Hanno concesso il patrocinio Roma Capitale, che ha anche accordato la Sala della Protomoteca per l’alto valore sociale dell’evento, e la RAI Radiotelevisione Italiana.

17 settembre ore 18

IO SO. LE PROSE CIVILI DI PIER PAOLO PASOLINI CINQUANT’ANNI DOPO

Pasolini fu uno dei pochi scrittori del secolo a interpretare con coraggio e dignità il dovere civile dell’indignazione, il diritto di una letteratura votata a comprendere come a rifiutare corruzione e disumanità. Pasolini ci ha raccontato con la scrittura tutta la storia italiana: fu testimone del passaggio da Popolo Italiano a massa italiana; aveva capito subito il cambiamento culturale ed antropologico della società, senza essere sociologo, né antropologo, “era un poeta che si abbeverava nella vita e volle raccontarla non solo con le parole, ma con la carne, il sangue e con innocenza.”, come disse di lui l’allievo Vincenzo Cerami

Con Aurora Fratini, scrittrice e registaAngelo Favaro, docente di Letteratura italiana Università di Roma Tor Vergata

e con Barbara Scoppa, attrice

Coordinamento di Sergio Basile

Un complesso di iniziative di spettacolo e di riflessione critica sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini. Oltre l’occasione celebrativa del centenario della nascita, si vuole contribuire a far conoscere alle nuove generazioni non solo l’opera poetica, teatrale e cinematografica di Pasolini, ma anche le sue prose civili, che hanno anticipato di decenni lo sguardo sul mondo globalizzato dei consumi, sulla scomparsa delle identità minori, sull’omologazione culturale dei popoli occidentali. Per l’apertura ufficiale della prima stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni, dopo i numerosi anni di chiusura, si propone a ottobre l’allestimento di uno spettacolo sull’opera pasoliniana preceduto da una serie di conversazioni di scena che introducono alla poetica e al pensiero di questo artista ed intellettuale che ha così largamente informato la nostra cultura e la nostra sensibilità. Le conversazioni sono articolate non come lezioni o conferenze, ma come piccoli eventi di drammatizzazione spettacolare.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022. Riaccendiamo la città,Insieme”

2 agosto ore 18

PASOLINI E IL CINEMA COME SCRITTURA. DA ACCATTONE A SALO’

Il linguaggio del cinema per Pasolini ha la capacità di rappresentare quel che di “ontologicamente poetico è insito nel reale”. E’ poesia in forma di immagine, oscillazione continua tra una idealizzata e irraggiungibile oggettività e una altrettanto forte istanza irrazionale e soggettiva. Il visibile cinematografico viene sempre al seguito di quello pittorico: certe suggestioni di movimenti di macchina e di tagli d’inquadratura s’innestano in una pagina già densa di chiaroscuri, di rustiche frontalità da affresco trecentesco, di raffinati luminismi manieristici. La passione per il cinema nel giovane Pasolini (Chaplin, Dreyer, Ejzenstejn) allievo di Roberto Longhi viaggia di pari passo con la pittura di Masolino, Masaccio, Mantegna, Andrea del Sarto di cui riprende le composizioni dei personaggi delle opere che portate su pellicola esprimono ancora più violentemente una drammatica fisicità.

Con Luigi Mezzanotte

Coordinamento di Sergio Basile

Un complesso di iniziative di spettacolo e di riflessione critica sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini. Oltre l’occasione celebrativa del centenario della nascita, si vuole contribuire a far conoscere alle nuove generazioni non solo l’opera poetica, teatrale e cinematografica di Pasolini, ma anche le sue prose civili, che hanno anticipato di decenni lo sguardo sul mondo globalizzato dei consumi, sulla scomparsa delle identità minori, sull’omologazione culturale dei popoli occidentali. Per l’apertura ufficiale della prima stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni, dopo i numerosi anni di chiusura, si propone a ottobre l’allestimento di uno spettacolo sull’opera pasoliniana preceduto da una serie di conversazioni di scena che introducono alla poetica e al pensiero di questo artista ed intellettuale che ha così largamente informato la nostra cultura e la nostra sensibilità. Le conversazioni sono articolate non come lezioni o conferenze, ma come piccoli eventi di drammatizzazione spettacolare.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022. Riaccendiamo la città,Insieme”

26 luglio ore 18

LA ROMA DI PASOLINI. DA GORDIANI A PIETRALATA E CECAFUMO

Pasolini arriva a Roma nel 1950 dopo lo scandalo di Ramuscello, lasciandosi alle spalle le campagne friulane, e – a parte le parentesi di Sabaudia e di Chia – vi resterà fino alla morte nel 1975. La sua Roma è quindi quella vissuta in età adulta, una città in completa trasformazione, negli anni del grande cinema ma anche della speculazione edilizia. Dal cuore della città alle periferie, il rapporto di Pasolini con la città di Roma è sempre stato quello di una controversa storia d’amore segnata da sentimenti contrastanti. La Roma delle borgate ma anche quella di quartieri più borghesi come l’Eur lo ha influenzato profondamente ed è entrata in ogni forma espressiva da lui sperimentata.

Con Giuseppe Argirò, Ivano Cavaliere, Enrico Maria Ruggeri

Coordinamento di Sergio Basile

Un complesso di iniziative di spettacolo e di riflessione critica sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini. Oltre l’occasione celebrativa del centenario della nascita, si vuole contribuire a far conoscere alle nuove generazioni non solo l’opera poetica, teatrale e cinematografica di Pasolini, ma anche le sue prose civili, che hanno anticipato di decenni lo sguardo sul mondo globalizzato dei consumi, sulla scomparsa delle identità minori, sull’omologazione culturale dei popoli occidentali. Per l’apertura ufficiale della prima stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni, dopo i numerosi anni di chiusura, si propone a ottobre l’allestimento di uno spettacolo sull’opera pasoliniana preceduto da una serie di conversazioni di scena che introducono alla poetica e al pensiero di questo artista ed intellettuale che ha così largamente informato la nostra cultura e la nostra sensibilità. Le conversazioni sono articolate non come lezioni o conferenze, ma come piccoli eventi di drammatizzazione spettacolare.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022. Riaccendiamo la città,Insieme”

28 giugno ore 21

25 giugno ore 21

25 giugno ore 17

18 giugno ore 21 – 19 giugno ore 19

14 e 15 giugno ore 21

10-11-12 giugno

Abbiamo accostato tante piccole tessere di letteratura e teatro minùti, perduti nel tempo, come un dettaglio ingrandito di un quadro troppo vasto per essere compreso in un solo sguardo. Ragazze e ragazzi del nuovo millennio si prestano ad incarnare non tanto questi frammenti, ma gli autori che li hanno ispirati, l’ethos che li intride. Il bozzetto, appena uno schizzo che ne deriva, vuole essere una testimonianza della complessità disperata del Novecento e delle sue arti.

In un Teatro abbandonato tanti e diversi caratteri si contendono la ribalta nel gioco effimero della rappresentazione, per il puro piacere di esprimersi, ma anche di raccontare il proprio punto di visione sul mondo. Uno spettacolo sulla Tradizione nata dalle Avanguardie (Futurismo, Dadaismo, Surrealismo) che può essere capìta solo se mobile, incarnata. A colori. Le allieve e gli allievi del III anno di Fondamenta guardano indietro per andare avanti. Uno spettacolo per quegli spettatori del presente ancora curiosi e attenti, pensando al Teatro come un bene culturale da difendere, cercando nel passato, ancora vivo, la sorpresa del salutare divertimento, del piacere della conoscenza.

Il Teatro è nato con la Pace e con la Guerra. Era già Teatro Iliade. La guerra in casa: gli Atridi; la guerra sullo sfondo, Troiane, Ifigenia, Filottete, Antigone; Prometeo in guerra con gli dèi; Persiani vinti eppure raccontati con poetica empatia. Con Aristofane la Pace dà il titolo all’opera più struggente sul valore della comprensione tra gli uomini e la natura. E sarà così per secoli, da Shakespeare a Schiller, da Cid di Corneille ad Adelchi di Manzoni, da Brecht a Weiss.

E’ un racconto ininterrotto di crisi e scioglimento, di conflitto e attesa. Ora che la Storia riporta sulla scena della vita lo scontro letale tra gli eserciti, mentre ancora una volta pagano gli ultimi, i diseredati, senza terra e senza difesa, il Teatro deve fare i conti con l’orrore del morire insieme. Noi siamo ai margini, impotenti ed attoniti, ma abbiamo l’arma della parola, del corpo in vita, abbiamo la scena illuminata che può raccontare la bruttura di ogni delitto contro la vita. Possiamo poco, ma dobbiamo tanto. Nella testarda visione che il Teatro possa cambiare il mondo, con una fulminante rivelazione di verità. E la verità è una e sola: c’è un solo uomo al mondo, perché tutti si assomigliano, tutti vorrebbero la stessa cosa, crescere in pace con se stessi e con il loro prossimo. Il Teatro può unirli per il meglio che è in loro, andare dritto alla coscienza, interrogarli e farli pensare prima di agire.

Una tre giorni di appuntamenti gratuiti per il pubblico di ogni età che uniscono scoperta, divertimento, emozione, musica e sperimentazione. Tra gli ospiti l’astrofisico Amedeo Balbi, l’attrice Federica Rosellini (già in scena con Solaris), lo studioso di buchi neri Gabriele Ghisellini, l’attore e Maestro Roberto Herlitzka, il jazzista (e chimico) Umberto Petrin.

 “Il mistero è l’emozione fondamentale che sta alle sorgenti della vera arte e della vera scienza” pare usasse dire Albert Einstein. Ed è proprio questo spirito che anima la prima edizione di LÀ FUORI – FESTIVAL DELLA SCIENZA E DELL’ARTE, che da venerdì 10 a domenica 12 giugno accompagnerà i visitatori e gli spettatori di ogni età tra gli spazi di Villa Lazzaroni a Roma (Via Appia Nuova 522) in un viaggio alla scoperta della bellezza, dalla musica e il teatro agli affascinanti misteri del cosmo, dal buio alla luce, dall’immensamente piccolo all’infinitamente lontano da noi.

4 giugno ore 17:30