Il Teatro di Villa Lazzaroni
Qui non ci sono attori e spettatori. Il Teatro è uno
Sono parole di Pier Paolo Pasolini, ma non vogliono essere un precetto, un manifesto, attestano solo un fatto: quello che -raramente – si materializza quando una comunità di spettatori esce dalla routine dell’intrattenimento (i cui effetti in genere non superano il tempo dello spettacolo) e comincia a capire e condividere sentimentalmente un luogo, i suoi spettacoli, le sue diverse attività, la cultura che esprime.
Tanti spettatori diversi, per età, condizione, interessi, eppure uniti da un tratto comune: non voler vedere solo spettacoli dagli intrecci futili e stiracchiati. Cercano racconti di realtà, di Storia, senza l’inutilità dell’effimero. Che divertano anche, certo, ma che non svicolino nella banalità. Figure, personaggi, temi di oggi e di ieri, solo apparentemente lontani, ma che parlino a noi, di noi. Per pensare meglio, fare il meglio. Tanti indizi di ciò, una prova, piccola ma certa: alla fine della serata, per lo più, i nostri spettatori lasciano lentamente la platea, attardandosi a scambiare qualche commento anche con qualcuno sconosciuto fino a poco prima. Se poi, come sempre più spesso da noi piacevolmente accade, qualche artista si ferma a dialogare con loro, be’ allora si può anche far notte.
Domande, curiosità, spunti di civile, cólta conversazione entrano a far parte della rappresentazione.
Arte e vita si parlano. Ecco cosa può fare il Teatro.
Un bel respiro profondo di libertà.
Giancarlo Sammartano