Salomè

da Oscar Wilde e Gustave Flaubert

Adattamento di Francesco Lonano

Regia Francesco Lonano

Dramaturg Sabrina Fasanella

Con Eleonora Cimafonte, Dario Guidi, Katia D’Ambrosio

Costumi Daiana Biondo

Scene Fonderia Artistica Ruocco

La Salomè biblica non è che un’ombra nei testi sacri. La sua leggenda ha attraversato i secoli, trascinando con sé scintille di tempo. Nella Bibbia (Mc 6,17 – 19), la vediamo carnefice suo malgrado, marionetta nelle mani della sete di vendetta di sua madre, sotto gli occhi lussuriosi del suo regale patrigno.

Proprio la sua essenza impalpabile ha permesso ai tanti autori che hanno ripercorso la vicenda di condensare nella figura di Salomè gli archetipi della tentazione e della volubilità umana, restituendo una spessa tridimensionalità ai personaggi che le ruotano intorno. È su questo assunto che si fonda la riscrittura drammaturgica del collettivo Cenerentola: come perno fatale, Salomè attiva attorno a sé i destini di Erode, di Erodiade, di Giovanni il Battista. La riflessione sulla doppiezza e sulla volubilità umana è stato il centro del lavoro sul testo di Wilde (Salomè) e su quello di Flaubert (Erodiade), quanto del lavoro attoriale e registico. Giocando su una compresenza di ruoli e inclinazioni, vogliamo restituire la parabola di un’umanità alla deriva, schiava del desiderio e oppressa dal senso della fine incombente, tragicamente speculare alla nostra quotidianità contemporanea.

Da un lato, terreni, fradici di desiderio e schiavi del potere, Erodiade ed Erode.

Dall’altro, congiunti in un ancestrale patto fatale, Salomè e Giovanni il Battista.

Quest’ultimo è presenza invisibile, presagio latente, vento che scuote le vesti e i capelli nella danza forsennata di Salomè, il suo corrispettivo carnale. Come il profeta Giovanni il Battista, Salomè incarna il destino fatale, l’ineluttabile resa a quella realtà superiore che perde i contorni divini fino a divenire specchio perenne del buio dell’inconscio.

All’epilogo di questa danza macabra, anche il carnefice diventa vittima: figlia della luna e della sua luce cangiante, Salomè ritorna piccola e fragile, umana e indifesa, vittima di sé stessa.

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