Petrolio

di e con Ulderico Pesce

Petrolio è definito da Franco Cordelli su Il Corriere della sera: “un evento memorabile, una storia che ti strappa l’anima. Il suo esito, commuove ogni spettatore”.

Scritto e interpretato da Ulderico Pesce, presentato all’interno del progetto Ritratto di una nazione, che ha inaugurato la stagione del Teatro Argentina di Roma nel 2017, porta in scena la bellezza della Basilicata, fatta di boschi millenari, mare, calanchi, paesini arroccati a strapiombo su fiumi o distese di grano, narra soprattutto del giacimento più grande dell’Europa continentale collocato tra Viggiano e Corleto Perticara. Ulderico Pesce racconta del petrolio lucano partendo da un personaggio, Giovanni, che lavora come addetto alla sicurezza dei serbatoi esterni del Centro Olio di Viggiano, e vive con la moglie e la figlia Maria di fronte alla fiamma dell’impianto ENI che da decenni brucia pericolosissimo H2S nell’aria alle percentuali più elevate d’Europa. Giovanni scopre che uno dei grandi serbatoi esterni ha una grossa buca dalla quale fuoriesce petrolio che si disperde sotto terra. Ha paura di parlare. Dopo mesi vede che il petrolio, camminando sotto terra, è arrivato alle porte della Diga del Pertusillo, un bacino artificiale che raccoglie acqua da utilizzare a scopi idrici in Puglia e nella stessa Basilicata. Giovanni fotografa un’enorme chiazza di petrolio nella Diga ma continua a serbare il segreto per timore di perdere il lavoro e delle reazioni dei suoi compagni di lavoro. Prevarranno le logiche della conservazione del lavoro o quelle di conservazione della salute? Giovanni scoprirà che il Centro Olio ha trasformato la sua terra nella “Lucania Saudita”, dove ogni giorno vengono estratti circa 100mila barili di petrolio tradendo le illusioni di ricchezza e benessere, lasciando i suoi abitanti a fare i conti con un alto indice di mortalità tumorale e con danni ambientali irreversibili.

Di Ulderico Pesce hanno scritto:

l’Unità Rossella Battisti: “Un narratore di un’Italia dimenticata. Del fare teatro passando per l’archivio, la memoria e poi agitando il tutto per un perfetto cocktail da scena. Teatro con senso e con anima che non finisce con la sigla “the end”, ma continua a lavorarti dentro e, magari, si aspetta che possa agire nella realtà.

Corriere della Sera Franco Cordelli: “Pesce recita come se fosse seduto a un tavolo con ciascun spettatore, mi racconta una storia, è la storia di un altro, ma potrebbe essere la sua. Pronuncia una lunga frase e fa una pausa, con calma come se il tempo fosse illimitato, come se fossimo a Matera e non fossimo incalzati da nessuna delle nostre pseudo-brame di vita.”

La Repubblica Rodolfo di Giammarco: “Un attore come ce ne sono pochi, un artista “impossibile” che sarebbe piaciuto a Italo Calvino, un raccontatore tenace che avrebbe colpito Natalia Ginzburg, un conferenziere poetico che avrebbe incuriosito il lato stoico-morale di Pasolini”.

Avvenimenti  Marcantonio Lucidi: “Pesce, attore di sicura forza teatrale, è uno di quegli showman di cui l’Italia ha il segreto, i mattatori di estrazione locale ma di valore nazionale.

IL MANIFESTO Gianfranco Capitta: “Quella di Pesce è una teatralità piena e avvolgente” 

Diario Attilio Scalpellini: “Dolce e dolente è la matrice del teatro estroverso e popolare di Ulderico

Il Tempo  Tiberia De Matteis: “Il teatro di Pesce cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su importanti argomenti con la sua indubbia ed etica arte scenica.”

ITALIA SERA  Annalisa Venditti: “Il teatro di Ulderico Pesce sa toccare naturalmente i vertici delle emozioni”

IL GIORNO  Luca Vido: “La bravura di Pesce sta nella grande capacità comunicativa. Sa denunciare e commuovere.

IL CORRIERE DELLA SERA  Livia Grossi: “Pesce, fastidiosa Cassandra della scena italiana che dall’azione scenica guida alla reazione sociale” 

ULDERICO PESCE, definito da Rodolfo di Giammarco su La Repubblica: “Un attore come ce ne sono pochi, un artista “impossibile” che sarebbe piaciuto a Italo Calvino, un raccontatore tenace che avrebbe colpito Natalia Ginzburg, un conferenziere poetico che avrebbe incuriosito il lato stoico-morale di Pasolini”. E’ nato in Basilicata, a Rivello. Allievo dell’Accademia di Teatro di Mosca diretta da Anatoli Vassilev, ha lavorato come attore con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Sbragia, Gabriele Lavia, Gastone Moschin, Antonio Calenda, Franco Branciaroli, Monica Guerritore, Erik Baranowski ed altri. Ha creato progetti con le Università di Berlino, Parma, Roma, Potenza e Matera. Ha messo in scena Diario Ottuso di Amelia Rosselli, (andato in onda a Blob Fuori orario, Rai 3), Novecento di Alessandro Baricco, Levi Carlo Graziadio, scritto con Giovanni Russo. Successivamente ha scritto e diretto Contadini del Sud, tratto dall’opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, con il quale ha partecipato a festivals in Australia, Argentina, Brasile, Uruguay, Cile, Colombia, Venezuela, Francia e Svizzera. Questo spettacolo, andato in onda su Rai Sat album, è stato definito da Franco Cordelli, sul Corriere della Sera:Lo spettacolo più sorprendente della stagione teatrale”. Pesce ha scritto e diretto L’innaffiatore del cervello dell’anarchico Passannante, con il quale ha partecipato al Festival Internazionale di Teatro di Santarcangelo di Romagna e a festivals in Cile, Argentina e Perù. Lo spettacolo è diventato un lungometraggio per la regia di Sergio Colabona dal titolo Passannante. Ha messo in scena inoltre Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano, con cui ha vinto il premio Franco Enriquez; Asso di monnezza, A come Amianto, Petrolio, lavori sull’ambiente che Andrea Porcheddu, su L’Espresso definisce: “La lezione che viene dal teatro sull’ambiente parte da Pesce che ha allestito 4 spettacoli sull’ambiente. In linea Massimo Popolizio, Sista Bramini e il Teatro delle Ariette.Petrolio, presentato al Teatro Argentina di Roma, ha fatto scrivere a Franco Cordelli su Il Corriere della sera: “Pesce è appassionato, vibrante, sprofondato nella realtà. Petrolio è un evento memorabile. Una storia che ti strappa l’anima. Commuove ogni spettatore.” Pesce ha allestito tre spettacoli dedicati al lavoro: Il Triangolo degli schiavi, FIATo sul collo, con cui ha vinto il premio Riccione “Marisa Fabbri”, definito da di Giammarco su la Repubblica: “Pesce con questo spettacolo merita 9 e mezzo per i sentimenti duri che si toccano”,  e Il pane loro sulle morti bianche con Francesco Di Giacomo. Nel 2019 Ulderico Pesce ha scritto e interpretato “La bella vergogna“, prodotto con Matera Capitale Europea della Cultura 2019, per la regia de La Fura dels Baus. Altro spettacolo cardine portato in scena da Pesce è “Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia“, scritto con il giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro. Dal 2019 Pesce è nella giuria del Roma Fringe Festival che premia le migliori giovani compagnie d’Italia, assieme ad Antonio Rezza e Manuela Kustermann. A Pesce sono stati attribuiti inoltre i seguenti premi: “Premio Cassino Off alla carriera”, dal Comune di Cassino, dall’ Università di Cassino e da l’Unità; “Premio Calandra”, “Premio Legambiente”. Per il film Passannante ha vinto il “Premio del pubblico” al “15° Gallio Film Festival”, riconosciuto dal Mibac per “il suo alto valore educativo”, e al “Festival del Cinema di Malta”. A gennaio 2020, presso il Teatro di Vita di Bologna, “La fisarmonica verde” con Andrea Satta e i Tetes de Bois, per la regia di Pesce, ha vinto il “Premio dello Spettatore 2019“. Il lavoro teatrale svolto da Pesce è inoltre il fulcro del libro di Letizia Bernazza “Frontiere di teatro civile”, pubblicato da Editoria & Spettacolo. Pesce ha condotto la propria ricerca espressiva su un teatro strutturato sull’organicità e la verità emotiva. Con queste modalità ha portato in scena opere le cui tematiche sono strutturate sulla memoria, l’identità storica, la rilettura dei classici, i problemi ambientali e del mondo del lavoro. Ha pubblicato “Trilogia dei deboli” per Lilitbooks con prefazione di Sigfrido Ranucci di Report che contiene le opere teatrali “L’innaffiatore del cervello di Passannante”. “Petrolio” e “FIATo sul collo”. Rodolfo di Giammarco (La Repubblica), Franco Cordelli (Il Corriere della Sera) e Debora Petrobono (Teatro di Roma) lo hanno inserito nel Festival “la mia poetica”, svolto presso il Teatro Argentina di Roma. Pesce ha tenuto conferenze e lezioni sulla “poetica espressa nei suoi spettacoli” presso le Università di Roma “la Sapienza” e “Roma Tre”, e le Università di Taranto, Bologna, Salerno, Cassino e di Potenza e Matera. L’estetica teatrale e le modalità di scrittura scenica ideate da Pesce sono state oggetto di circa 10 tesi di laurea.

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