Nella Rete

di Natalia Magni

Alice è una ragazzina come tante. Spensierata, adolescente, digitale, innamorata. Una vita tra scuola e amici, socialità, profili e condivisione. Quando il fidanzato le chiede delle foto provocanti accetta, sicura che rimarranno chiuse nel privato di quel solo telefonino. Le immagini finiscono invece nelle chat, nei social, nella rete. Alice si ritrova in un incubo, incapace di gestirlo, pronta ad annullarsi pur di uscire dalle maglie di una rete nella quale è rimasta intrappolata.

Petra è una madre come tante. Attenta, social, impegnata, fiduciosa. Una vita tra famiglia e lavoro, socialità, profili e condivisione. Quando vede la figlia Alice cambiare, non si preoccupa, convinta che si tratti della classica fase adolescenziale. L’entità del problema la troverà impreparata, ma non esiterà a stendere insieme alla sua famiglia una rete di protezione e affetto per salvare la figlia.

“Nella rete” è una storia d’amore e disattenzione: amore perso e ricomposto, per il quale siamo disposti a qualsiasi cosa, a qualsiasi età, perfino a sacrificarci; disattenzione che può diventare fatale e portarci al punto di non ritorno.

Un racconto in prima persona, che ripercorre le tappe di una spirale di eventi e l’evolversi di un allontanamento generazionale lento e inesorabile; la narrazione è scandita da suoni di messaggi e suonerie che si fanno colonna sonora di una vita scissa tra Real e Virtual; una scissione dai confini labili, protetti da una recinzione a maglie troppo larghe, attraverso le quali filtra anche ciò che crediamo privato.

Il finale, non scontato, coinvolge gli spettatori, adulti e adolescenti, in una presa di consapevolezza delle conseguenze, lasciando spazio ad una riflessione non retorica e scontata su un fenomeno, quello della condivisione in rete di immagini e contenuti, dalla quale ci illudiamo di essere immuni.

Una storia di cyberbullismo che non vorremmo capitasse mai e che mai penseremmo potrebbe capitare mai a noi.

La stesura del testo ha ricevuto il contributo dell’Arma dei Carabinieri-Reparto Analisi Criminologiche.

Si ringraziano il Ten. Col. RT Anna Bonifazi -Comandante della Sez Psicologia Investigativa- e il Mar. Capo Maurizio Inangeri

Testo vincitore della Menzione Speciale del Mario Fratti Award 2020