MIMMO CUTICCHIO

La fuga di Enea e la ricerca di una nuova patria

di Girolamo Cuticchio

È universalmente riconosciuto come il principale artefice della “rifondazione” dell’Opera dei Pupi e il più importante erede della tradizione dei cuntisti siciliani e dell’arte del puparo nel Teatro dei Pupi, iscritto dall’UNESCO nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità. Da oltre quindici anni dirige a Palermo la prima scuola per pupari e cuntisti.

«Non capeggia un’istituzione. E non è neppure un baule di beni culturali che possono facilmente esporsi o diffondersi. È un bene culturale vivente. Il suo sapere è in continuo divenire […], un teatro nuovo, che dilata i propri confini e supera le dimensioni della dimora originaria»  Ferdinando Taviani

Il ritmo sincopato del cunto, di origine misteriosa e antichissima, scandisce l’epopea per voce sola che Mimmo Cuticchio, il maggior puparo e cuntista del nostro tempo, porta nelle piazze e nei teatri del mondo. Un colpo del piede sulla pedana, un gesto imperioso della spada, ricevuta come eredità iniziatica dal maestro Peppino Celano, e la voce possente di Mimmo Cuticchio chiama a raccolta il suo pubblico intorno alle avventure cavalleresche di Orlando e dei Paladini di Francia, che per secoli i giullari cantarono lungo le strade d’Europa, tessendo un tappeto coloratissimo di immagini, pur con le scarne formule della tradizione orale. Un festoso teatro della memoria si spalanca nel piccolo recinto del cunto, in cui “ricordare” significa di nuovo, secondo l’etimologia cara al Medio Evo, “rimpatriare nel cuore”.

 

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