Lettera a mia madre
narrazione scenica in un prologo, 4 quadri e un epilogo di Amedeo Fago
con il contributo narrativo del 4° quadro di Barbara Lazotti
drammaturgia e regia di Amedeo Fago
con Amedeo Fago, Barbara Lazotti e Lavinia Ottolini
scenografie digitali Mahnaz Esmaeili, Salvatore Passaro (Mopstudio)
costumi Lia Francesca Morandini
consulenza per la fotografia e le luci Vladan Radovic
tecnico delle luci Ferruccio Persichini
riprese audiovisive Simone D’Andria, William Santero, Daniele Carlevaro
impianti di proiezione Piero Clemente (Raggio Verde)
montaggio video Andrea Pettine
green screen Mawi video
ufficio stampa Giuliana Antonini Andreozzi
promozione e pubblicità Zwan s.r.l.
“Lettera a mia madre” è il titolo del nuovo spettacolo di Amedeo Fago che è stato presentato, in prima assoluta, al Teatro degli occhi di Calvi dell’Umbria, venerdì 14 aprile 2023. Lo spettacolo è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione CARIT.
Scrive l’autore: “… Mia madre aveva una bellissima voce da soprano che fu riconosciuta e apprezzata, durante una sua permanenza a Roma, all’età di 16 anni, da un’importante maestra di canto. L’aveva casualmente sentita cantare; la spronò a coltivare questo suo talento e si disse disposta a darle lezioni, anche gratuitamente. I pregiudizi dell’epoca nei confronti del mondo del teatro indussero suo padre a negarle il permesso di trasferirsi a Roma per studiare canto, facendo così prevalere il suo destino femminile di essere sposa e madre. Sicuramente questo episodio ha segnato la vita di mia madre, lasciandole però intatta la sua grande passione per la musica e per il teatro che ha trasmesso potentemente a me e a mio fratello, tanto che, entrambi, abbiamo seguito una carriera artistica. “
Lo spettacolo rientra nel progetto “drammaturgia del presente” che è il filo conduttore che caratterizza la programmazione del Teatro degli occhi, curata dall’Associazione Laura e Morando Morandini di cui lo stesso Fago è direttore artistico. Nell’idea di Marcel Proust, la realtà si forma soltanto nella memoria, perché “la memoria è l’unico strumento in grado di cogliere le trasformazioni che il tempo causa alle cose e alle persone; conservare la memoria, quindi, significa conservare l’identità”. Prendendo spunto da questo pensiero “proustiano” lo spettacolo “Lettera a mia madre” ripercorre le vicende personali di una donna nata all’inizio del secolo scorso intrecciandole con le vicende storiche di quello che è stato definito “il secolo breve”, il ‘900. Da sempre la drammaturgia è stata la forma espressiva attraverso cui sono state rappresentate e tramandate memorie e identità personali e collettive. Il teatro, d’altro canto, è l’unica forma espressiva in cui la vita stessa viene rappresentata e proposta al pubblico, mentre la si vive. Queste riflessioni sono state al centro della ricerca drammaturgica di Amedeo Fago, iniziata nel 1978 con “Auto-Ritratt-Azione” proseguita con “Risotto”, “Segreteria telefonica”, “Io, patria, famiglia”, “Polaroid” e poi ripresa nel 2015 con “I parenti delle salme” rappresentato in Francia con il titolo “Pouilles” e poi in Italia con il titolo “Puglie, le ceneri di Taranto”. Altro elemento che caratterizza il lavoro di Amedeo Fago è l’ibridazione del linguaggio teatrale con il linguaggio cinematografico, amplificato, negli ultimi decenni, dalle tecnologie digitali. Sicuramente con lo spettacolo “lettera a mia madre”, questo particolare aspetto di ricerca drammaturgica raggiunge un alto livello di valore formale.
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