L’innaffiatore del cervello di Passannante

L’anarchico che attentò alla vita del re Umberto I di Savoia

di e con Ulderico Pesce

C’era una volta un paese in Basilicata che si chiamava Salvia dove era nato un uomo: Giovanni Passannante. Nel 1878 con un coltellino con una lama di quattro dita cercò di uccidere il re Umberto I di Savoia. Condannato a morte la pena gli fu convertita in ergastolo mentre sua madre e i suoi fratelli furono immediatamente internati nel manicomio di Aversa. Passannante fu rinchiuso in una torre sull’isola d’Elba in una cella senza finestre sotto il livello del mare dove fu isolato per dodici anni. Si ammalò, cominciò a cibarsi dei propri escrementi. Anni dopo fu trasferito in un manicomio criminale dove morì nel 1910. Grazie alle teorie del Lombroso al cadavere fu tagliata la testa. Il cranio e il cervello esposti nel Museo Criminologico di Roma fino al 2007, quando, grazie allo spettacolo, è stato traslato per la giusta sepoltura nel suo paese. Quel paese si chiamava Salvia, ma fu ribattezzato “Savoia di Lucania”.

 

L’INNAFFIATORE DEL CERVELLO DI PASSANNANTE

PASSANNANTE DIVENTA FILM RAI 1 GIGI MARZULLO:

https://www.youtube.com/watch?v=GwmTcZiu9eo

De L’INNAFFIATORE DEL CERVELLO DI PASSANNANTE hanno scritto:

Uno spettacolo che continua a lavorarti dentro e magari si aspetta che possa agire nella realtà” Battisti L’UNITA’

Uno spettacolo teatrale che da anni gira l’Italia emozionando il pubblico. (…) Quando Vittorio Emanuele finisce in manette a Potenza Pesce è subito lì e recita davanti a migliaia di spettatori. Alla liberazione del Savoia lo aspetta alle porte del carcere per offrirgli un cesto foderato di salvia con vino, pomodori e salame “per fare ciò che i suoi nonni non fecero nei confronti del nostro Passannante”.”  Alessandro De Feo L’ESPRESSO

 Ulderico Pesce è uno di quegli showman di cui l’Italia ha il segreto”  Lucidi AVVENIMENTI

 Uno spettacolo compatto e toccante”  De Matteis IL TEMPO

 Il carabiniere di Pesce piccolo grande eroe di un Sud in cerca della propria storia” Bucci LIBERAZIONE

 Un’ invettiva dolce e dolente come è la matrice del teatro estroverso e popolare di Pesce” Scalpellini DIARIO

Ulderico Pesce sembra intenzionato a portare fino in fondo la sua battaglia per la sepoltura dei resti di Passannante e non è improbabile che, grazie al teatro, possa vincerla” Novelli IL GIORNALE

 Uno spettacolo di grande suggestione”  Acciari NUOVA OSTIA OGGI

  

Di Ulderico Pesce hanno scritto:

l’Unità Rossella Battisti: “Un narratore di un’Italia dimenticata. Del fare teatro passando per l’archivio, la memoria e poi agitando il tutto per un perfetto cocktail da scena. Teatro con senso e con anima che non finisce con la sigla “the end”, ma continua a lavorarti dentro e, magari, si aspetta che possa agire nella realtà.

Corriere della Sera Franco Cordelli: “Pesce recita come se fosse seduto a un tavolo con ciascun spettatore, mi racconta una storia, è la storia di un altro, ma potrebbe essere la sua. Pronuncia una lunga frase e fa una pausa, con calma come se il tempo fosse illimitato, come se fossimo a Matera e non fossimo incalzati da nessuna delle nostre pseudo-brame di vita.”

La Repubblica Rodolfo di Giammarco: “Un attore come ce ne sono pochi, un artista “impossibile” che sarebbe piaciuto a Italo Calvino, un raccontatore tenace che avrebbe colpito Natalia Ginzburg, un conferenziere poetico che avrebbe incuriosito il lato stoico-morale di Pasolini”.

Avvenimenti  Marcantonio Lucidi: “Pesce, attore di sicura forza teatrale, è uno di quegli showman di cui l’Italia ha il segreto, i mattatori di estrazione locale ma di valore nazionale.

IL MANIFESTO Gianfranco Capitta: “Quella di Pesce è una teatralità piena e avvolgente” 

Diario Attilio Scalpellini: “Dolce e dolente è la matrice del teatro estroverso e popolare di Ulderico

Il Tempo  Tiberia De Matteis: “Il teatro di Pesce cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su importanti argomenti con la sua indubbia ed etica arte scenica.”

ITALIA SERA  Annalisa Venditti: “Il teatro di Ulderico Pesce sa toccare naturalmente i vertici delle emozioni”

IL GIORNO  Luca Vido: “La bravura di Pesce sta nella grande capacità comunicativa. Sa denunciare e commuovere.

IL CORRIERE DELLA SERA  Livia Grossi: “Pesce, fastidiosa Cassandra della scena italiana che dall’azione scenica guida alla reazione sociale” 

ULDERICO PESCE, definito da Rodolfo di Giammarco su La Repubblica: “Un attore come ce ne sono pochi, un artista “impossibile” che sarebbe piaciuto a Italo Calvino, un raccontatore tenace che avrebbe colpito Natalia Ginzburg, un conferenziere poetico che avrebbe incuriosito il lato stoico-morale di Pasolini”. E’ nato in Basilicata, a Rivello. Allievo dell’Accademia di Teatro di Mosca diretta da Anatoli Vassilev, ha lavorato come attore con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Sbragia, Gabriele Lavia, Gastone Moschin, Antonio Calenda, Franco Branciaroli, Monica Guerritore, Erik Baranowski ed altri. Ha creato progetti con le Università di Berlino, Parma, Roma, Potenza e Matera. Ha messo in scena Diario Ottuso di Amelia Rosselli, (andato in onda a Blob Fuori orario, Rai 3), Novecento di Alessandro Baricco, Levi Carlo Graziadio, scritto con Giovanni Russo. Successivamente ha scritto e diretto Contadini del Sud, tratto dall’opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, con il quale ha partecipato a festivals in Australia, Argentina, Brasile, Uruguay, Cile, Colombia, Venezuela, Francia e Svizzera. Questo spettacolo, andato in onda su Rai Sat album, è stato definito da Franco Cordelli, sul Corriere della Sera:Lo spettacolo più sorprendente della stagione teatrale”. Pesce ha scritto e diretto L’innaffiatore del cervello dell’anarchico Passannante, con il quale ha partecipato al Festival Internazionale di Teatro di Santarcangelo di Romagna e a festivals in Cile, Argentina e Perù. Lo spettacolo è diventato un lungometraggio per la regia di Sergio Colabona dal titolo Passannante. Ha messo in scena inoltre Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano, con cui ha vinto il premio Franco Enriquez; Asso di monnezza, A come Amianto, Petrolio, lavori sull’ambiente che Andrea Porcheddu, su L’Espresso definisce: “La lezione che viene dal teatro sull’ambiente parte da Pesce che ha allestito 4 spettacoli sull’ambiente. In linea Massimo Popolizio, Sista Bramini e il Teatro delle Ariette.Petrolio, presentato al Teatro Argentina di Roma, ha fatto scrivere a Franco Cordelli su Il Corriere della sera: “Pesce è appassionato, vibrante, sprofondato nella realtà. Petrolio è un evento memorabile. Una storia che ti strappa l’anima. Commuove ogni spettatore.” Pesce ha allestito tre spettacoli dedicati al lavoro: Il Triangolo degli schiavi, FIATo sul collo, con cui ha vinto il premio Riccione “Marisa Fabbri”, definito da di Giammarco su la Repubblica: “Pesce con questo spettacolo merita 9 e mezzo per i sentimenti duri che si toccano”,  e Il pane loro sulle morti bianche con Francesco Di Giacomo. Nel 2019 Ulderico Pesce ha scritto e interpretato “La bella vergogna“, prodotto con Matera Capitale Europea della Cultura 2019, per la regia de La Fura dels Baus. Altro spettacolo cardine portato in scena da Pesce è “Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia“, scritto con il giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro. Dal 2019 Pesce è nella giuria del Roma Fringe Festival che premia le migliori giovani compagnie d’Italia, assieme ad Antonio Rezza e Manuela Kustermann. A Pesce sono stati attribuiti inoltre i seguenti premi: “Premio Cassino Off alla carriera”, dal Comune di Cassino, dall’ Università di Cassino e da l’Unità; “Premio Calandra”, “Premio Legambiente”. Per il film Passannante ha vinto il “Premio del pubblico” al “15° Gallio Film Festival”, riconosciuto dal Mibac per “il suo alto valore educativo”, e al “Festival del Cinema di Malta”. A gennaio 2020, presso il Teatro di Vita di Bologna, “La fisarmonica verde” con Andrea Satta e i Tetes de Bois, per la regia di Pesce, ha vinto il “Premio dello Spettatore 2019“. Il lavoro teatrale svolto da Pesce è inoltre il fulcro del libro di Letizia Bernazza “Frontiere di teatro civile”, pubblicato da Editoria & Spettacolo. Pesce ha condotto la propria ricerca espressiva su un teatro strutturato sull’organicità e la verità emotiva. Con queste modalità ha portato in scena opere le cui tematiche sono strutturate sulla memoria, l’identità storica, la rilettura dei classici, i problemi ambientali e del mondo del lavoro. Ha pubblicato “Trilogia dei deboli” per Lilitbooks con prefazione di Sigfrido Ranucci di Report che contiene le opere teatrali “L’innaffiatore del cervello di Passannante”. “Petrolio” e “FIATo sul collo”. Rodolfo di Giammarco (La Repubblica), Franco Cordelli (Il Corriere della Sera) e Debora Petrobono (Teatro di Roma) lo hanno inserito nel Festival “la mia poetica”, svolto presso il Teatro Argentina di Roma. Pesce ha tenuto conferenze e lezioni sulla “poetica espressa nei suoi spettacoli” presso le Università di Roma “la Sapienza” e “Roma Tre”, e le Università di Taranto, Bologna, Salerno, Cassino e di Potenza e Matera. L’estetica teatrale e le modalità di scrittura scenica ideate da Pesce sono state oggetto di circa 10 tesi di laurea.

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