Bambola
La strada di Nicola
di Paolo Vanacore
regia di Gianni De Feo
musiche originali e arrangiamenti Alessandro Panatteri
scene e costumi Roberto Rinaldi
Nicola, in una dimensione che oscilla tra il reale e l’immaginario, racconta la lunga strada della sua vita a partire dalla nascita sul finire degli anni Sessanta del Novecento in una qualunque periferia romana. Rivede i genitori: una madre frustrata nella sua femminilità, vittima di un destino sempre avverso, e un padre protettivo e sensibile che riversa su di lui tutto il suo puro amore senza giudizio né aspettative. Sono i primi specchi su cui l’adolescente Nicola vedrà riflettere la propria immagine. L’immagine riflessa nello specchio si trasforma sdoppiandosi in Bambola. Sceglie la strada della prostituzione e veste abiti femminili. La strada si arricchisce di personaggi e allegria. Bambola incontra Giovanni, il “cliente” amato di un amore bello e corrisposto. Il racconto si tinge di melodramma prima ancora che la love story si frantumi. Nicola/Bambola in questo travestimento fantasioso incarna l’espressione del maschile e del femminile. E canta. Canta Il paradiso, Ragazzo triste, Nel giardino dell’amore, Se perdo te. Canta le prime canzoni di Nicoletta Strambelli, perché quella diva, in arte Patty Pravo, rappresenta, nel suo mondo immaginario, l’esaltazione della libertà. Una libertà in bianco e nero. Fino ad un finale a sorpresa dove qualcosa di inaspettato sarà svelato.
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