A come amianto

dal Velodromo di Roma alla Scala di Milano

di e con Ulderico Pesce

A come amianto è la storia d’amore travagliata tra Nico e Maria. Nico vive a Roma, il padre è un vigile del fuoco che nel 2008 ha partecipato all’abbattimento, a suon di tritolo, del “Velodromo più bello del mondo”, quello dell’EUR di Roma, costruito per le Olimpiadi del 1960. E’ accertato che quell’esplosione ha liberato nell’aria milioni di fibre di amianto. Il padre di Nico si ammala di mesotelioma pleurico, il cancro che è provocato dall’inalazione della fibra killer. Nico assiste il padre durante la malattia e nella solitudine più completa insegue il sogno di denunciare lo Stato italiano non solo per aver consentito l’estrazione e la lavorazione dell’amianto fino al 1992, nascondendo ciò che si sapeva già dal 1898 e cioè che l’amianto è altamente cancerogeno. Maria invece vive a Sesto San Giovanni con suo padre, siparista del Teatro alla Scala di Milano, ammalato di mesotelioma pleurico a causa dell’amianto presente nel sipario tagliafuoco del più importante teatro italiano. Maria, cantante lirica, ha sin da piccola frequentato il palcoscenico della Scala come “figlia del siparista”. L’incontro tra Nico e Maria è l’incontro tra due solitudini, che lottano per le vite dei loro genitori – e di tutti gli ammalati di mesotelioma pleurico d’Italia- minacciate dallo stesso elemento: l’amianto. I dati parlano di 3.700 deceduti in Italia negli ultimi quindici anni, e si prevedono 30.000 morti entro il 2030. E così ritroviamo Nico e Maria in luoghi come Casale Monferrato (AL), dove la ETERNIT fabbricava per l’appunto l’Eternit, dal latino aeternitas, eternità, un miscuglio di cemento e amianto, che costava poco, aveva un’alta lavorabilità ed era isolante dal freddo e dal fuoco, usato per le coperture delle case e dei capannoni, per fabbricare tubature idriche di cui sono ancora pieni gli acquedotti italiani. La storia d’amore di Nico e Maria cresce insieme alle scoperte sugli orrori prodotti dall’amianto. A Monfalcone (GO), dove si fabbricano navi coibentate con l’amianto; a Balangero (TO), dove c’è la più grande cava di amianto di tutta Europa; a Biancavilla (CT), una cittadina circondata da rocce ricche di amianto e infine Sesto San Giovanni (MI), dove grandi fabbriche quali la Breda, la Falk, la Magneti Marelli, hanno utilizzato l’amianto sin dagli inizi del Novecento.

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