La felicità di Felicia
di Ulderico Pesce
con Anastasia Bonarrigo, Maria La Torre
Una storia di emigrazione italiana di fine Ottocento. Siamo nel 1893 a Oppido Lucano, in Lucania, quando Vito Sciaraffia, sposato con Felicia Muscio e padre di una bambina di due anni, Rosa, per povertà, parte da solo dalla terra di origine per andare in Cile, a Iquique. In questo piccolo paese sull’Oceano Pacifico, che conta circa 3.000 abitanti, situato nel deserto dell’Atacama, il luogo più arido al mondo, Vito comincia a praticare il commercio dell’acqua. Vito Scaraffia, analfabeta, riesce a farsi scrivere una lettera e a spedirla alla moglie in cui spiega dove si trova. Utilizza anche un disegno che indica tutti gli spostamenti effettuati. Con il passare del tempo Vito e Felicia non riescono più a comunicare, cresce la distanza tra loro, si perdono. La giovane Felicia, una mattina, prende la piccola Rosa e parte dalla Lucania per raggiungere il marito in Cile. Felicia, che non ha mai visto il mare, dovrà imbarcarsi a Genova, arrivare a Buenos Aires. Dovrà prendere il treno fino a San Martin, dove la strada ferrata finisce, sotto la Cordigliera delle Ande. Seguendo il disegno, Felicia dovrebbe scalare la Cordigliera con una mula, e scendere a Santiago del Cile. Poi, seguendo l’Oceano Pacifico verso nord, arrivare a Iquique. Un viaggio impossibile. Ce la farà ad arrivare? E troverà il marito Vito o, dopo tanti anni, ha cambiato vita, amori e residenza?
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