LA BANDA

di Pierpaolo Palladino
con FEDERICO PERROTTA
regia Manfredi Rutelli
consulente musicale Vincenzo Meloccaro
costumi Sartoria Nori
assistenti di produzione Stefano Volpes e Giulia Perini
aiuto regia Federico Nelli

“La Banda” è un testo di Pierpaolo Palladino che racconta l’incontro inaspettato e folgorante di un militare di leva con la musica e l’arte, grazie ad una banda militare diretta da un semplice maresciallo. Il soldato Virgili, interpretato dal bravo e versatile Federico Perrotta, pur di sfuggire agli snervanti obblighi della naja, fa di tutto per entrare a far parte della Banda della sua caserma e si ritrova affascinato dalla personalità trascinante del maresciallo Bellini, eroico inventore e animatore di un gruppo di scalcinati, ma via via sempre più entusiasti, musicisti.
La musica, eseguita dal vivo, è l’altro elemento protagonista dello spettacolo insieme all’attore, una musica presente con la forza trascinante dello swing e le atmosfere romantiche di Glenn Miller, alternate alle marce da parata a volte giocose, a volte malinconiche, ma sempre popolari e di grande suggestione. Il racconto di un’avventura musicale e umana, che va ben oltre le mura di una caserma e ci riporta alla tradizione più graffiante della commedia all’italiana, con la regia di Manfredi Rutelli.

NOTE DI REGIA

“Ho sempre avuto, sin dalla prima lettura, difficoltà ad immaginare La banda come un monologo, visto che ad animarlo sono tanti personaggi, ben caratterizzati, e ben connotati, tutti raccontati e fatti vivere sulla scena dal protagonista della vicenda, quel Virgili Eugenio, che a distanza di anni ci racconta quale fu la sua esperienza in quei mesi passati da soldato, in quello che un tempo era il servizio di leva obbligatorio.
Un racconto della memoria, di un’esperienza vissuta, e sicuramente molto formativa. Il protagonista, infatti, è una simpatica canaglia, un furbetto senza troppi scrupoli, pronto a tradire amicizia e sentimenti. Un superficiale un po’ presuntuoso che avendo studiato più dei commilitoni che lo circondano, pensa di poterli raggirare e manipolare, pur di realizzare i propri interessi.

Un eroe negativo tipico della commedia all’italiana, che però non arriv erà mai a vivere alcun riscatto, nessuna riabilitazione, ma al quale, piuttosto, verrà impartita una profonda lezione di vita.

Ecco allora Virgili Eugenio che, pur di sfuggire alle snervanti, e totalmente inutili, fatiche della leva, fa di tutto per entrare a far parte della banda della sua caserma, e da questo semplice pretesto, si ritrova coinvolto ed affascinato dallo swing trascinante del Maresciallo Bellini, eroico, lui si!
Inventore e geniale animatore di un gruppo di scalcinati, ma via via sempre più entusiasti, musicisti. La sfrenata ambizione di Virgili Eugenio lo porterà a credersi capace di poter fare molto meglio del suo direttore, accecato non da una passione artistica, ma solo dal mediocre obbiettivo di una posizione di comodo, una sistemazione tranquilla e sicura, per giunta ben retribuita.
Ma l’arte è un’altra cosa. Ecco, questo mi ha sempre affascinato del bel testo di Pierpaolo Palladino; la sublime metafora del soldato di leva Virgili Eugenio, ben rappresenta la mediocre ambizione di chi crede si possa fare arte con furbizia, attribuendosi meriti che sono di altri, attraverso scorciatoie, raccomandazioni, o, peggio ancora, vivendo l’arte come una comoda opportunità di sistemazione sociale.
Ma no. Il fare arte è ben altro. E’ impegno, è lavoro, è sacrificio, disciplina; è passione che “brucia dentro”, senza aspettarsi niente in cambio. Una passione come quella del rozzo Maresciallo Bellini, lui si, capace, nonos tante la mancanza di una adeguata cultura, a trascinare giovani e svoglia ti musicisti, in una coinvolgente avventura musicale, regalando loro riscatto e gloria. A tutti loro. Anzi, a quasi tutti. Perché alla fine, Virgili Eugenio, si dimostrerà incapace di comprendere il senso di una passione autentica. E solo ora forse sarà in grado di capire la vera lezione che il Maresciallo gli ha riservato. Musiche di grande suggestione, grazie alle quali si viene coinvolti in un racconto in cui la musica, i sentimenti, l’ingenuo, ma sincero, dilettantismo si contrappongono alla sterile ambizione del mestierante, disegnano una storia che va ben oltre le mura di una caserma.”

Manfredi Rutelli